Conferenza LiFE 2020 – Abstract

Steven Stergar
Università di Udine (Italia)

Come offrire consapevolezza ambientale attraverso i media:
ecologia, partecipazione, resistenza

In un’epoca nella quale possiamo certo affermare essersi appieno concretizzati i risultati a lungo attesi dal processo di globalizzazione, il paesaggio che ora si offre allo sguardo dell’essere umano è uno scenario contraddittorio che se proiettato verso il futuro pare discostarsi da prospettive associabile ad arbitrarie positività. Il soggetto capitalizzato sembra forse aver sottovalutato, o peggio ignorato, la dimensione altra dei riscontri rinvenibili dalle azioni voraci messe in atto nei confronti degli ecosistemi, alterandone il regolare ritmo vitale. È infatti vero che in nome del progresso, l’ultimo secolo antropologico ha subito un’accelerazione evolutiva (Gould, 1972) che ha condotto al concretizzarsi, oggi, di quel fenomeno conosciuto come Antropocene (Crutzen, 2000). Il nostro attuale sistema produttivo presenta di fatto una complessa politica economica antitetica alle questioni etico-ambientali, favorendo dunque il proliferarsi di pratiche inquinanti necessarie a sostenere le esigenze consumistiche d’ognuno di noi. Persino il mondo dei media non è affatto esente da ciò: con processi e pratiche d’estrazione, obsolescenza programmata e incremento della produzione dei rifiuti, il panorama mediale denota certe colpe e lacune che rapidamente stanno contribuendo al raggiungere un punto di non ritorno. Urge dunque una riflessione ecosostenibile nell’agenda dei media studies, ove sono appunto le ricerche e considerazioni di esponenti ascrivibili all’ideologia Commons (Boyle, Bollier,), all’arte sostenibile e alla branca del cosiddetto Ecocinema (Macdonald, 2004) a poter forse rappresentare ipotesi percorribili nella formazione di una coscienza ambientale (Morin, 2014) oggi più che mai indispensabile. Facendo riferimento alla letteratura menzionata, obiettivo dell’intervento è dunque quello di poter fornire un ulteriore contributo alla divulgazione e formazione di questa sopracitata coscienza ambientale, prendendo in esame non solo il concreto rapporto inquinante tra soggetti e media, bensì riflettendo su spazi e scenari plausibili capaci di ripensare i processi significativi e produttivi che passano attraverso le percezioni cognitive ed emotive dei soggetti stessi.


Steven Stergar è laureato magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dei nuovi media presso
l’Università degli studi di Udine, conseguendo una tesi sulle potenzialità metodologiche e fenomenologiche dei media in ambiti educativi formali e informali (relatrice Prof.ssa Mariapia Comand, correlatore Prof. Simone Venturini). Dal 2017 è membro dell’Associazione Examina, collettivo di giovani impegnati nell’organizzazione e diffusione di attività socioculturali, assumendo ruolo di curatore di rassegne ed eventi. Collabora dal 2018 con l’Associazione Palazzo del Cinema, occupandosi della sezione didattica nella Mediateca Go. Ugo Casiraghi. Dal 2019 è membro del comitato scientifico del Premio Sergio Amidei, nonché curatore di una sezione dedicata alla valorizzazione di autori italiani contemporanei poco conosciuti al vasto pubblico. Dallo stesso anno svolge attività educative nel carcere di Gorizia e collabora con il Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università degli studi di Udine, dove è Cultore della materia per il s.s.d L-ART/06.