Conferenza LiFE 2020 – Abstract

Aurora Zaccagnino
Università della Basilicata (Italia)

La «valle inferna» di Isabella di Morra tra mito e realtà
A proposito del film Sexum superando

La pellicola di Marta Bifano Sexum Superando: la storia di Isabella Morra narra, attraverso la voce dell’avvocato Antonio Barattuccio e il volto di Micaela Ramazzotti, la vicenda umana e letteraria della poetessa lucana, la quale visse la sua breve esistenza relegata insieme alla madre Luisa e ai fratelli nel castello di Favale, l’odierna Valsinni, a causa dell’esilio in Francia del padre, Giovan Michele Morra. La giovane Isabella soffriva per la lontananza del padre, per il confino forzato, ma era una donna cólta e nella scrittura trovò rifugio. Leggendo il suo Canzoniere si percepisce un sogno di libertà che può realizzarsi solo come evasione dalle «vili et orride contrade», tra «gente ignorante» che la costringeva a vivere «senza lode alcuna». La lontananza del padre altera la fisionomia dell’oikos e la sua struttura gerarchica, per cui i fratelli, «che il luogo agreste aveva educati feroci e barbari», si fanno vicari del padre al punto da ordire e attuare una serie di omicidi, tra cui il fratricidio di Isabella che nel contesto in cui avvenne può essere inteso più come un parricidio, mossi dal sospetto di una laison extraconiugale tra Isabella e Diego Sandoval de Castro, nobile spagnolo, signore della vicina Bollita (oggi Nova Siri), sposato con donna Antonia Caracciolo.
Protagonista del film insieme a Isabella è l’ambientazione – i castelli di Lagopesole e di Melfi, Montescaglioso e Valsinni, il fiume e il tempio di Metaponto – che, come la Sicilia dei romanzi di Verga, non può essere scissa dai suoi personaggi. 
Ne deriva un rapporto dialettico strettissimo tra letteratura, cinema e territorio in cui i luoghi della «valle inferna» in cui nascono le rime si riabilitano in uno scenario che restituisce il dolore della giovane poetessa.


Aurora Zaccagnino frequenta il Dottorato di ricerca in Storie, Culture e Saperi dell’Europa Mediterranea presso l’ateneo lucano, dove si è laureata in Critica letteraria (relatrice prof.ssa Maria Teresa Imbriani). Si è occupata per la redazione delle tesi di laurea dell’opera di trascrizione di novelle popolari da parte dei collettori ottocenteschi (Imbriani, Nerucci, Pitrè, Comparetti) e del lavoro di raccolta e traduzione che Italo Calvino fece nel biennio 1954-1956 e che condusse alla pubblicazione delle Fiabe Italiane. La sua ricerca si sta orientando verso la ricostruzione delle fonti calviniane in ambito fiabesco, partendo dall’area lucana e dalle novelle che Comparetti pubblicò nel 1875 nel volume Novelline popolari italiane e che attinse dal lavoro Raffaele Bonari, suo alunno presso la Normale di Pisa.