Giuseppe Mattia
Università di Firenze (Italia)
Divina e diabolica Lucania tra anni Cinquanta e Sessanta
Da De Martino a Di Gianni e Rondi
In questo lavoro ci si prefigge l’obiettivo di indagare la relazione umano/non-umano in campo cinematografico, con particolare riferimento ai contesti storico-sociali e culturali della Basilicata. Ci si cimenterà quindi nell’analisi critica di alcune rappresentazioni filmiche che avranno come oggetto il rapporto tra mondo rurale e superstizione, tra magia e rito, ricorrendo alle ricerche etno- antropologiche lucane compiute da Ernesto De Martino dal 1949 al 1959, nonché allo studio della pellicola Il demonio di Brunello Rondi (1963) e ai documentari etnografici di Luigi Di Gianni. La ricerca intende riscoprire un luogo arcaico e mitico lontano dai luoghi “ufficiali”: nelle case, nei vicoli, nei campi, su corpi, volti e atteggiamenti della popolazione. I risultati attesi mirano a offrire un contributo sulle modalità di rappresentazione cinematografica, tra anni Cinquanta e Sessanta, di una Basilicata tradizionale e allo stesso tempo occulta, dove cristianità e paganesimo, divino e diabolico, spesso coesistono. Gli approcci che si intendono adottare vanno da quello storico- culturale e antropologico a quello più strettamente legato all’analisi del testo filmico.
Giuseppe Mattia ha conseguito la laurea in Studi Letterari, Linguistici e Filosofico-Storici presso l’Università degli Studi della Basilicata e un Master in Arti dello Spettacolo e della Produzione Multimediale presso l’Università degli Studi di Salerno. È stato selezionatore di film in concorso e giurato in diversi festival cinematografici in tutta Italia, tra cui la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2019 ha conseguito un Master di II livello in Teoria e Tecniche del Cinema. Dal 2019 è dottorando in Storia dell’Arte e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze.