Conferenza LiFE 2020 – Abstract

Maria Teresa Imbriani
Università della Basilicata (Italia)

Rocco e i suoi fratelli: la Lucania di Luchino Visconti tra reale e immaginario

Ha ben spiegato Luchino Visconti l’essenza del rapporto tra individuo e società e proprio a proposito di Rocco e i suoi fratelli, il film del 1960, il cui protagonista, insieme alla sua famiglia, proviene dalla Basilicata:

La chiave di volta degli stati d’animo, delle psicologie e dei conflitti, è dunque per me prevalentemente sociale, anche se le conclusioni a cui giungo sono soltanto umane e riguardano concretamente gli individui singoli […]. E così, Rocco. La questione dei rapporti tra fratelli e tra figli e la madre non mi ha certo interessato meno di quella che una simile famiglia provenisse dal Sud, fosse una famiglia meridionale. Operando questa scelta non mi sono limitato, però, alla ricerca d’un materiale umano particolarmente suggestivo, ma ho consapevolmente deliberato di tornare sul problema del rapporto tra Nord e Sud, così come può tornarvi un artista il quale voglia, per così dire, non soltanto commuovere ma invitare al ragionamento.
(“Da Verga a Gramsci”, Visconti 1977).

A noi interessa proprio questo delicato rapporto tra il materiale della realtà, studio di luoghi, usi, costumi e persone, e la trasfigurazione artistica in una pellicola, dove quanto c’è di indomito e selvaggio nella personalità dei singoli protagonisti proviene dalla consapevole scelta di Visconti di unire al dramma di una famiglia di emigranti quello più intimo del conflitto tra fratelli e tra madre e figli. Ma Rocco è qualcosa in più: anche solo nel nome entrano in gioco i due aspetti contraddittori, tradizione e modernità, delle ragioni del Sud, così come sono declinate nella pellicola, da un lato il poeta Rocco Scotellaro, dall’altro il pugile potentino Rocco Mazzola, campione italiano dei mediomassimi, che significativamente compare nel film.
Nel nostro intervento è prevista la testimonianza di Tiziana Mazzola, figlia di Rocco, scomparso a Potenza nel 2012.


Maria Teresa
Imbriani è Associato di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università degli Studi della Basilicata. Laureata cum laude in Lettere classiche presso l’Università «Federico II» di Napoli (1988), ha frequentato da borsista il Dottorato di Ricerca in Italianistica (con particolare riferimento alla Letteratura meridionale) VII ciclo presso l’Università «Federico II» di Napoli. Ha al suo attivo una nutrita attività di ricerca, sempre mirata allo scavo di documenti rari o inediti e alla loro interpretazione storico-critica e spesso incentrati su temi di stampo meridionalistico, come negli Appunti di letteratura lucana (2000). Contributi originali e costante impegno filologico sono alla base dei suoi lavori, tra cui spiccano l’edizione critica della Fiaccola sotto il moggio di Gabriele d’Annunzio e il Carteggio D’Ancona-Torraca. Ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale per la I fascia nel settore 10/F3 Linguistica e filologia italiana (2019). Ha partecipato con relazioni a numerosi convegni nazionali e internazionali. È membro del Comitato direttivo-scientifico delle riviste «Critica letteraria» e «Studi desanctisiani»..