Conferenza LiFE 2020 – Abstract

Michael Krawczyk
Griffith University, Brisbane (Australia)

Abitare il Sud. Terra, permacultura e cinema

L’Antropocene è l’epoca geologica che individua gli umani come forza principale nel decretare il futuro del pianeta. In qualità di umanista ambientale che utilizza la forma cinematografica della (ri)presentazione come alternativa alla studio basato sul testo, cerco di contribuire al dibattito ecocritico tentando di visualizzare la nostra interrelazione con gli “altri terrestri”, per aiutare a immaginare un possibile futuro multispecie.
Come opportunamente ci ricorda Anna Tsing, in questo momento le rovine sono i nostri giardini; paesaggi degradati e “distrutti” producono i nostri mezzi di sussistenza. Anche la più promettente oasi naturale richiede massicci interventi di manutenzione. Per LiFE 2020 vorrei proporre uno storytelling cinematografico (di 15 min.) risultato del mio lavoro etnografico in un sito in Sicilia (Italia) sull’abitare rigenerativo ispirato all’etica della permacultura. La permacultura è un sistema di progettazione ecologica che fornisce una serie di linee guida per adottare comportamenti ecologicamente appropriati in contesti specifici, ed è basata sulla cura etica della terra e delle persone e l’equa condivisione. La permacultura considera gli esseri umani partecipanti reattivi negli ecosistemi e può essere intesa come un modo per sviluppare una saggezza pratica che potrebbe facilitare il passaggio a un’epoca ecologica.
Il cinema ha una relazione peculiare con l’Antropocene, data la sua origine materiale e tecnologica prodotta dalla Rivoluzione Industriale. Tale relazione è ancora più profonda dato che la produzione cinematografica implica la costruzione di mondi artificiali, di condizioni innaturali e molteplici eco-cataclismi, per consentire agli spettatori di percepire ambienti antropogenici. Eppure, le immagini in movimento hanno anche la capacità di essere parte della possibile soluzione e non solo parte del problema. Le immagini cinematografiche possono infatti avere su di noi un’azione efficace, possono ravvivare il nostro rapporto con il mondo, permettendoci di trovare e articolare significati e capacità socio-ecologici nuovi e innovativi. Il cinema ha certamente un impatto negativo sull’ambiente, ma allo stesso tempo agisce sulla nostra immaginazione e può in qualche misura influenzare e trasformare le nostre azioni.


Michal Krawczyk è dottorando in Environmental Humanities alla Griffith University (Brisbane, Australia). La sua ricerca combina etnografia ed ecocinema, e Michal è attualmente impegnato in un progetto etnografico incentrato su due famiglie che praticano la permacultura in Italia e Australia. Il suo primo film ‘Yuyos’ (2018), co-diretto da Giulia Lepori (dottoranda alla Griffith University), è stato presentato in festival e conferenze nel corso del 2018 e del 2019. Il nuovo progetto sperimentale ‘LAND/SCAPE’, incentrato sulla collaborazione multispecie tra esseri umani e scimmie, è attualmente in concorso in alcuni film festival. Michal combina la ricerca artistica nel campo del cinema con l’attivismo ecologico. Per ulteriori informazioni sul suo lavoro, si rimanda a: https://vimeo.com/earthcare