Commento agli Alfonsi regis dicta aut facta memoratu digna di Antonio Panormita : introduzione, edizione, traduzione a cura di Fulvio Delle Donne
Keywords:
Umanesimo, Umanesimo monarchico, Crociata, Alfonso il Magnanimo, PanormitaSinossi
Collana: Digital Humanities, 9
Pagine: 232
Lingua: Italiano, Latino
Pubblicato: 2025
ISBN: 978-88-31309-37-0
Abstract: Il 22 aprile 1456 Enea Silvio Piccolomini (il futuro papa Pio II) completa il suo Commento agli Alfonsi regis dicta aut facta memoratu digna, che l’anno precedente (nei giorni immediatamente successivi al 26 agosto) aveva scritto Antonio Beccadelli, il Panormita, figura preminente della corte di Alfonso il Magnanimo, re d’Aragona e di Napoli, e organizzatore della sua “propaganda”. L’atmosfera era gravida di timori e di attese: il 29 maggio 1453, dopo un lungo assedio di Maometto II, Costantinopoli era caduta e re Alfonso aveva da poco promesso solennemente di guidare la crociata contro il Turco. Prendendo lo spunto da un testo ideologicamente strutturato, quale fu quello del Panormita, il Piccolomini volle non solo fare azione di pressione politica per la realizzazione di una crociata che rimase solo promessa, ma contribuire anche a dare sviluppo una nuova forma letteraria. Quella della narratio brevis di tipo faceto, che si stava ridefinendo in quegli anni, grazie non solo alle opere originali dei suoi contemporanei Poggio Bracciolini e Panormita, ma anche all’esempio illustre rinvenuto negli antichi greci che allora si stava riprendendo a tradurre (come Plutarco e Senofonte) e ai quali si attribuiva esemplare valenza politico-ideologica nella definizione delle virtù del perfetto principe.
Edizione digitale in XML e in PDF, con la prima traduzione italiana.
Pubblicazione realizzata con il contributo erogato dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura.
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