Nota: Le informazioni in questa pagina
sono un riadattamento dei contenuti opera del
Prof. Marco Balsi.
Seguendoli ho scritto quella
che è risultata essere la miglior tesi di laurea in Ingegneria Informatica
per l'anno accademico 2004/05 presso la Sapienza Università di Roma
(scaricabile qui)
E' opportuno iniziare per tempo la scrittura della tesi, almeno 90 giorni prima della seduta di laurea.
Normalmente, non si procede strettamente nell'ordine dei capitoli del testo finale. Ad esempio, l'introduzione è una delle ultime cose che si scrive, perché è una presentazione dell'intero lavoro atta a mettere in evidenza gli aspetti essenziali su cui si richiama l'attenzione del lettore.
E' conveniente cominciare ben prima che il lavoro sia finito a scrivere una bozza della parte della tesi riguardante l'enunciazione del problema affrontato e soprattutto il suo inquadramento nello stato dell'arte. Questa parte deve sempre essere presente e, in ogni caso, uno studio accurato di tutto ciò che già esiste sull'argomento è indispensabile per lo svolgimento della tesi.
A volte sono necessari anche un paio di mesi per fare questo lavoro, ma ciò non deve preoccupare, perché è certamente tempo risparmiato nel seguito, quando permette di non rifare scoperte dell'acqua calda e di non seguire vicoli ciechi già esplorati.
Altre volte la tesi segue immediatamente un precedente lavoro analogo, perciò lo studio dello stato dell'arte sarà prevalentemente un aggiornamento di quanto già presente nella tesi del collega che ha preceduto, o in pubblicazioni del relatore, ma in ogni caso è necessario conoscere bene tutta la letteratura fondamentale ed eseguire una ricerca bibliografica aggiornata.
I risultati originali ottenuti nella tesi dovranno sempre essere confrontati con lo stato dell'arte, perciò se ad esempio ciò che si propone è una nuova metodologia per risolvere un problema tecnico noto, bisogna padroneggiare le metodologie convenzionali e confrontare quantitativamente i risultati (non come si vede spesso negli articoli di scarsa quantità, in cui si affida tutto il confronto ad una figura - l'unica venuta bene - in cui è "evidente" che il mio metodo - usato benissimo da me - è migliore del metodo di Pinco Pallino - usato in modo tutto sbagliato).
La tesi può essere scritta in forma impersonale, ma di solito risulta più chiara se si usa la prima persona ("io ho fatto...", "ritengo che..."), soprattutto perché in questo modo risulta più chiaro quali risultati sono propri dell'autore e quali invece riportati da letteratura o del relatore. E' molto importante che il lettore possa capire chiaramente quali sono i risultati originali dell'autore, anche se questi fossero solo la riorganizzazione intelligente di risultati altrui, perché è su questo che si valuta la tesi. Di conseguenza, i risultati dovranno essere evidenziati nell'introduzione e richiamati nella conclusione.
E' opportuno sottoporre al relatore ciò che si scrive man mano che è pronto almeno in bozza, in modo da ricevere in tempo utile osservazioni, commenti, correzioni, che possono anche essere utili per ciò che ancora è da scrivere. E' chiaro che non è possibile leggere con attenzione un lungo testo all'ultimo momento, magari contemporaneamente alle tesi di altri colleghi che si laureano nello stesso appello. Si devono includere da subito tutti i riferimenti bibliografici, anche nelle bozze parziali. Questo, oltre a far risparmiare lavoro in seguito, consente una migliore leggibilità del testo.
La lunghezza attesa per una tesi triennale è tra le 40 e le 60 pagine.
Per una tesi magistrale, ci si aspetta un documento che superi le 80 pagine.
La tesi può essere scritta in LaTeX o in Word. Consiglio LaTeX per tre motivi
principali:
1. L'impaginazione e i riferimenti, sia per quanto rigurda il
testo che le figure, sono gestiti automaticamente.
2. La bibliografia può essere gestita in modo molto semplice.
3. La qualità di stampa è molto elevata.
Un template LaTeX è scaricabile da qui
Se la tesi rigurda l'elaborazione di immagini o video, potrebbe essere necessario creare anche una pagina web (per esempio, con Google Sites) dove inserire i dati più pesanti in termini di MB.
Se la tesi presenta anche una implementazione tramite codice, l'ideale sarebbe creare un repository Git (per esempio, su GitHub) per renderlo scaricabile.
Si consiglia l'uso di caratteri di dimensione 14 punti (Times, Century Schoolbook, Arial, Helvetica...), interlinea singola o 1.5 (specialmente quando ci sono molte formule), margini di 2 cm sopra e sotto, 3 a sinistra e 2 a destra (questo per consentire un po' di spazio per rilegare un'eventuale versione stampata).
La pagina di frontespizio deve contenere il nome dell'autore, il titolo della tesi, l'indicazione della Facoltà o del Dipartimento e l'anno accademico, il nome del relatore e dell'eventuale correlatore, ma non quello dell'eventuale contro-relatore (chiamato più formalmente secondo relatore).
L'indice del contenuto, da porre dopo il frontespizio, conterrà l'elenco sia dei capitoli che dei paragrafi ed eventuali sottoparagrafi con l'indicazione del numero di pagina corrispondente. I numeri di pagina possono essere tutti consecutivi, oppure consecutivi all'interno dei singoli capitoli (come è abituale nei manuali informatici)
È molto raccomandabile che all'inizio, prima o dopo l'introduzione (come risulta più conveniente nei singoli casi), venga posto un "Elenco dei simboli" in cui sono elencati e spiegati tutti i simboli usati nel corso del lavoro. In ogni caso, quando un simbolo, anche reputato ovvio, viene usato per la prima volta occorre sempre darne la definizione esatta.
La bibliografia va inserita alla fine del testo, prima di eventuali figure fuori testo e tutti i riferimenti debbono essere richiamati nel testo. Può essere ordinata sia progressivamente secondo l'ordine di citazione, sia alfabeticamente secondo l'autore (in questo caso si utilizza come richiamo una sigla fra parentesi quadre formata dalle prime tre lettere del cognome del primo autore, le ultime due cifre dell’anno di pubblicazione ed eventualmente una lettera minuscola in caso di ambiguità, ad es. [BAL01]). In ogni caso lo stile da usare per indicare libri od articoli è quello adoperato dalle riviste IEEE Transactions.
Si ribadisce che quando si inviano al relatore singoli capitoli o anche parti più ridotte della tesi, la bibliografia (cioè le citazioni, non i file) deve essere inclusa. Rimandare la stesura della bibliografia alla fine, oltre ad essere più faticosa, non consente di esaminare i riferimenti leggendo le versioni preliminari.
La tesi è un lavoro personale, quindi il laurendo può
e deve decidere in autonomia come scriverla.
Detto questo, di seguito viene riportata una possibile strutturazione dei capitoli.
Il primo capitolo, di solito intitolato "Introduzione", è estremamamente importante poichè deve permettere al lettore di comprendere con chiarezza quali siano i temi trattati nella tesi e i risultati raggiunti.
Una possibile strutturazione per il primo capitolo è la seguente:
1. Introduzione
1.1 Definizione del problema
1.2 Motivazioni
1.3 Obiettivi della tesi
1.4 Contributi personali
1.5 Struttura della tesi
In questo capitolo vengono presentati i lavori simili che sono stati pubblicati
in letteratura e quelli da cui si è preso spunto.
Il reperimento degli articoli scientifici andrebbe effettuato
utilizzando archivi elettronici disponibili in rete "fidati".
E' opportuno mettere in guardia lo studente rispetto a due problemi ricorrenti:
1. le informazioni reperibili in rete sono spesso superficiali e inattendibili,
perché sono trattazioni brevi e "pubblicitarie" e soprattutto perché potrebbero
essere state caricate senza controllo e selezione di terzi,
come avviene invece per le riviste scientifiche in cui gli articoli
vengono preventivamente revisionati da altri esperti in materia.
2. di solito si trovano troppe informazioni e selezionarle è molto difficile,
soprattutto per chi lo fa per la prima volta.
Il primo avvertimento perciò è che innanzi tutto lo studio dello stato dell'arte va fatto sulla letteratura, tenendo presente che la proliferazione di pubblicazioni, legata alla necessità di visibilità di chi lavora nella ricerca ha fatto scadere notevolmente la qualità delle stesse, di modo che è opportuno gerarchizzare la ricerca iniziando dalle fonti più attendibili.
Di conseguenza sarà opportuno innanzi tutto reperire libri autorevoli, tenendo presente che non tutti i libri lo sono, e che quelli di uno o pochi autori sono notevolmente più utili e attendibili di quelli costituiti da collezioni di articoli di molti autori (spesso riedizioni di atti di congressi), che sono di solito disorganici e spesso poco selezionati. Spesso peraltro i libri servono come riferimento di base, ma inevitabilmente non sono molto aggiornati.
La fonte principale è costituita da articoli di riviste specializzate. Anche in questo caso l'attendibilità e autorevolezza delle riviste è notevolmente differente da una all'altra, e qualche consiglio del relatore sarà utile. Solo dopo aver consultato la letteratura su riviste sarà opportuno consultare atti di congressi molto recenti, in cui reperire i risultati più aggiornati, ma con l'avvertenza che la revisione applicata nei congressi è molto meno selettiva di quella delle riviste, e che anche in questo caso esistono congressi più o meno autorevoli.
A valle delle ricerche bibliografiche è di solito utile anche una ricerca in web, con le opportune cautele di cui sopra.
Altro metodo utile per approfondire le ricerche bibliografiche è quello di consultare un repertorio di citazioni, che indica quali articoli hanno citato quali altri, come per esmpio Google Scholar. Questo è utile perché una volta individuati articoli fondamentali in un certo campo, è verosimile che chi li cita si sia occupato di argomenti correlati. Inoltre, un articolo molto citato sarà certamente uno dei più significativi sull'argomento. Allo stesso tempo è sempre importante esaminare con cura la bibliografia degli articoli più significativi.
Si può ritenere di aver fatto una ricerca veramente esauriente quando nuovi articoli che si trovano sull'argomento citano e sono citati da altri articoli già conosciuti.
Esistono, inoltre, selezioni (dette survey o review) di articoli ordinati per argomenti, di solito anche queste molto utili.
Questo capitolo deve contenere la descrizione dettagliata del metodo che si propone con gli schemi della soluzione. Se possibile, è anche utile fornire dettagli implementativi sulle tecnologie utilizzate.
In questo capitolo andremo a descrivere il set-up sperimentale e i risultati ottenuti. Possibilmente, andrebbero forniti risultati quantitativi, ottenuti usando metriche specifiche. E' buona norma rendere pubblici i dati utilizzati.
Questo capitolo presenta le conclusioni e i possibili sviluppi futuri.
Per la presentazione in seduta di laurea avrete a disposizione un tempo relativamente breve, circa 10 minuti, di solito abbastanza rigidi. E' importante riuscire a concentrare la presentazione in questo tempo: non meno perché fa una brutta impressione trovarsi senza avere più nulla da dire, ma neanche di più, perché il presidente potrebbe togliervi la parola prima che abbiate finito di dire cose essenziali, cioè in particolare di presentare i vostri risultati originali, che sono ciò su cui sarete valutati.
La presentazione non è una lezione sull'argomento, ma quasi uno
"spot pubblicitario". Infatti, è assolutamente impossibile concentrare
in pochi minuti una "lezione", cioè una spiegazione delle questioni
affrontate in vari mesi di lavoro che consenta a chi ascolta di capirne
i dettagli (che d'altra parte troverà nella tesi, se è interessato).
I punti che chi ascolta deve capire sono:
1. qual è il problema che è stato affrontato
2. perché è importante
3. quali erano le difficoltà e i problemi aperti
(ma d'altra parte, molto rapidamente, anche cosa si sapeva già).
4. quali metodologie sono state usate per risolvere
tale problema (senza entrare troppo nei dettagli,
perché non c'è tempo)
5. quali sono i risultati ottenuti.
La presentazione avverrà con proiezione di slide da calcolatore. In ogni caso, preparerete 10-20 slide ed è opportuno provare la presentazione sullo stesso calcolatore che si userà in seduta di laurea, portandola anche su una pen-drive. Per sicurezza, è meglio anche creare anche una copia in PDF della presentazione.
Le slide servono a due scopi essenzialmente:
1. aiutano chi parla a non dimenticare nulla
2. sono utili a procedere nell'ordine stabilito
(mai fare digressioni estemporanee, di solito non si riesce più a riprendere
il discorso) e aiutano chi ascolta a non perdere il filo e a concentrarsi
sui punti importanti.
Per creare buone slide occorre:
- scrivere grande (font 24-30 punti):
se usate Powerpoint le impostazioni predefinite vanno di solito bene.
Sono preferibili sfondi scuri proiettando da calcolatore e chiari per i lucidi,
in ogni caso i colori del testo e dello sfondo devono essere ben contrastanti
e il fondo abbastanza liscio.
- scrivere poco e schematicamente: lo scritto deve richiamare
l'attenzione, ma è a voce che si dicono le cose
- usare con parsimonia formule e grafici, tenendo presente che
tutto quello che c'è nella diapositiva deve essere spiegato accuratamente.
Dà molto fastidio e distrae vedere formule troppo complicate per capirle,
con simboli dal significato non definito, o grafici poco leggibili,
in cui non si capisce cosa c'è sugli assi...
Le figure possono essere di grande aiuto per gli ascoltatori. In alcuni casi potranno essere presenti molte slide con molte immagini su cui soffermarsi brevemente, ad esempio, quando la tesi verte sull'elaborazione di immagini.
La prima slide dovrà contenere il nome dell'autore, il titolo della tesi e il nome del relatore e dell'eventuale correlatore. Questa slide andrebbe anche essere ripetuta identica come ultima, in modo da dare, quando si conclude, una rinfrescatina alla memoria della commissione.
La seconda slide normalmente conterrà uno schema (outline) della presentazione (che poi andrà seguito...).
L'ultima (o penultima) diapositiva conterrà le conclusioni, che richiamano i risultati ottenuti e possibilmente indicano anche problemi che restano aperti e potranno essere oggetto di ulteriore lavoro.
Un template LaTeX per la tesi è scaricabile da qui
e le istruzioni su come compilarlo sono le seguenti:
1. compilare main.tex e verrà generato un file main-frn.tex
2. compilare main-frn.tex
3. compilare due volte main.tex